I miracoli di Gesù

(082)

Gli apostoli placano il mare in tempesta (320.6)

Mentre escono sul ponte si scontrano con il cretese che cerca di accendere incensi, e che li investe furente per rimandarli dentro urlando: "Ma non vedete che senza un miracolo si fa naufragio? La prima volta! La prima volta da quando navigo!"
"Sta' attento che ora dice che siamo noi quelli del maleficio!" sussurra Giuda d'Alfeo.
E infatti l'uomo urla più forte: "Maledetti israeliti, che avete addosso? Cani di ebrei, mi avete dato il maleficio! Via! Che ora sacrifico a Venere nascente..."
"No, affatto. Sacrifichiamo noi..."
"Via! Voi siete pagani, siete demoni, siete..."
"Sentilo! Io ti giuro che se ci lasci fare vedrai il prodigio."
"No. Via!" e accende gli incensi buttando in mare, come può, liquidi che prima ha offerto e gustato, e polveri che non so che siano. Ma le onde spengono gli incensi, e invece di calmarsi il mare si infuria di più, trascinando via tutte le bacheche del rito, e per poco lo stesso Nicomende...
"Bella risposta ti dà la tua dea! Ora a noi. Anche noi abbiamo Una, più pura di questa, fatta di spuma, ma poi...Canta, Giovanni, come ieri, e noi ti verremo dietro, e vediamo un po'!"
"Sì, vediamo un po'! Ma se accade il peggio vi butto in mare per propizie vittime."
"E va bene, Forza, Giovanni!"
E Giovanni intona la sua canzone, secondato da tutti gli altri; anche da Pietro che di solito non canta mai, stonato com'è. Il cretese, con le braccia conserte e un sorriso tra irato e ironico sul volto, li guarda. Poi, dopo la canzone, pregano a braccia aperte. Deve essere il Pater Noster, ma è detto in ebraico e non capisco niente. Poi cantano più forte. E così alternano senza paura, senza interruzione, nonostante le ondate che li schiaffeggiano. Non si tengono neppure ai sostegni, eppure sono sicuri come se fossero tutt'uno con il legno del ponte. E le onde realmente diminuiscono di violenza piano, piano. Non cessano del tutto, come non cade il vento del tutto. Ma non è più la furia di prima e le onde non raggiungono più il ponte.
Il viso del cretese è un poema di stupore... Pietro lo sbircia e non cessa di pregare. Giovanni sorride, e canta più forte... Gli altri lo secondano vincendo il fragore sempre più nettamente man mano che il mare si placa in un giusto moto e il vento in un giusto spirare.